Legambiente: rinnovabili, Italia in ritardo

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Rinnovabili, Italia in ritardo. Lo dice Legambiente attraverso due nuovi report presentati a Rimini alla fiera K.EY: “Scacco Matto alle rinnovabili 2024 con dati al 2023 e l’aggiornamento della mappa dei casi simbolo dei blocchi agli impianti – e “Le Comunità energetiche rinnovabili in Italia”, quest’ultimo realizzato in collaborazione con il GSE e presentato nell’ambito della campagna “BeCome – dai borghi alle comunità energetiche”, creata da Legambiente in collaborazione con Kyoto Club e AzzeroCO2.

Dai report emergono notizie: buone e cattive. Perchè da un lato c’è una crescita troppo lenta delle fonti pulite, delle CER e troppi progetti in lista d’attesa. Dall’altro lato, spicca invece l’accelerazione nel rilascio dei pareri della Commissione Via/Vas e Pnrr/Pniec del ministero dell’Ambiente e l’iter autorizzativo veloce della Regione Campania.

Ma c’è da dire che proprio la Campania fa compagnia alla Calabria, entrambi in cima alla classifica delle regioni virtuose. La Campania, ad esempio a partire dal 2021, quando erano bloccate 183 istanze di autorizzazione per impianti da fonti rinnovabili (alcune risalenti addirittura al 2006), è intervenuta e ha modificato la Legge Regionale n. 37 del 2018, riaprendo le call e sbloccando i progetti. Così come la Calabria che, attraverso la piattaforma CalabriaSuap, ha ordinato e semplificato le procedure di presentazione attraverso specifici modelli standardizzati e semplificati messi a disposizione sulla stessa piattaforma.

Numeri alla mano, secondo Legambiente i principali ostacoli che rallentano le rinnovabili in Italia sono una normativa troppo vecchia – le linee guida sono ferme dal 2010 – e le lungaggini autorizzative e i contenziosi portati avanti in Presidenza del Consiglio dal Ministero della cultura (MIC): ad oggi sono ben 81 i progetti in attesa di determina da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri (PCM), e che hanno visto pareri positivi da parte della Commissione tecnica VIA e negativi da parte del MIC.

Sono “ben 67 i progetti in attesa del parere del Ministero della Cultura nonostante da tempo la stragrande maggioranza abbia ricevuto parere della Commissione VIA. Il più vecchio risale al 2012, quasi 12 anni per comunicare la fattibilità ad un’impresa. Legambiente segnala inoltre che nel 2023, si è intervenuti su oltre 3 GW di potenza su 47 impianti complessivi: di cui 20 impianti agrivoltaici per 1.418 MW complessivi, 6 impianti solari fotovoltaici per complessivi 285 MW e 21 impianti eolici onshore per 1.313 MW”.

Eppure le “rinnovabili sono uno dei pilastri della transizione ecologica del Paese. Sembra strano tornare a parlarne, ma serve al più presto una normativa adeguata e in linea con i cambiamenti tecnologici attraverso un lavoro congiunto tra MASE, Ministero delle Imprese e del Made in Italy e MIC, e uno snellimento degli iter autorizzativi. Serve una cabina di regia a livello nazionale per identificare le aree idonee per lo sviluppo di questi progetti e coordinare la loro presentazione, cercando di evitare eccessive sovrapposizioni delle iniziative e semplificando i procedimenti autorizzativi”; lo dice Legambiente.

Mio articolo pubblicato su Agrpress

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