La minaccia della crisi climatica, gli “osservati speciali”, le buone pratiche e le proposte al Governo per una loro tutela e ripristino. E’ questo il focus dei Legambiente sulle zone umide che si festeggia il 2 febbraio con la Giornata Mondiale, ai sensi della Convenzione di Ramsar. Ad oggi sono 172 i paesi che hanno sottoscritto la Convenzione e sono stati designati più di 2.400 siti Ramsar per una superficie totale di più di 250 milioni di ettari.
Crisi climatica, innalzamento del Mediterraneo e siccità minacciano il futuro delle zone umide. Delta del Po, Lago Trasimeno Lago di San Giuliano (Mt) e Lago di Pergusa (En) sono degli “Osservati speciali” in italia. In particolare preoccupa la sparizione delle “piscine naturali” della Tenuta Presidenziale di Castelporziano (RM), ridotte del 43% dal 2000 ad oggi. Dal 1° al 9 febbraio oltre 70 gli appuntamenti organizzati da oltre 70 Circoli e Regionali di Legambiente in 17 regioni italiane per sensibilizzare la gente.
Di questo e altro parla il focus “Ecosistemi acquatici 2025”. Dentro un ventaglio di biodiversità a rischio estinzione, come i crostacei decapodi, pesci d’acqua dolce e odonati. L’associazione: “Il Governo, rispettando gli impegni della Strategia dell’UE sulla Biodiversità per il 2030 e della Nature Restoration Law, intervenga tutelando il 30% degli ecosistemi acquatici e zone umide, proteggendone il 10% in maniera integrale entro il 2030 e ripristinando il 20% di quelli degradati. Non sprechi l’occasione del “secondo tempo” della COP 16 (a Roma dal 25 al 27 febbraio) per un accordo comunitario sul finanziamento della protezione della natura nei Paesi poveri e le risorse per la biodiversità”.
Ma il focus punta soprattutto il dito sugli “scrigni di cristallo”, ossia le zone umide più minacciate dalla crisi climatica. Come “il Delta del Po (Veneto-Emilia-Romagna), che sta facendo i conti con la siccità, registrando nel 2022 il peggior periodo di magra idrologica mai riportatovi e con l’innalzamento del livello del mare che sta provocando l’inquinamento delle falde acquifere da acqua salata (risalita del cuneo salino), con gravi ripercussioni sulla biodiversità, sull’agricoltura e sull’approvvigionamento idrico di intere comunità. Il Lago Trasimeno (Umbria) che, nell’estate 2024, ha visto ridurre del 40% la piovosità, con relativa diminuzione dei livelli delle falde e delle portate delle sorgenti, inferiori ai valori medi. In Basilicata, il Lago di San Giuliano (MT) che nel 2024 ha registrato una riduzione dei volumi d’acqua del 60-70%. In Sicilia, il Lago di Pergusa (EN), importante stazione di sosta per centinaia di specie di volatili durante il loro viaggio dall’Africa all’Europa e scrigno di ricchezze florofaunistiche, durante la scorsa estate completamente prosciugato. Altro ”osservato speciale”, nel Lazio, sono le “piscine naturali” della Tenuta Presidenziale di Castelporziano (RM): a causa dei drastici emungimenti in tutto l’agro romano e gli effetti della crisi climatica, dal 2000 persi già il 43% di questi importanti invasi d’acqua naturali chiusi (a riempimento periodico e/o saltuario e di modeste dimensioni); habitat fragilissimi, ricchi di macroinvertebrati, vertebrati e piante rare, che necessitano di investimenti su ricerca e analisi, nonostante lo sforzo di enti di ricerca che già collaborano con la Tenuta (ENEA e le Università La Sapienza di Roma e Roma Tre)”.